Come si cura la displasia congenita dell’anca?
Il trattamento della displasia congenita dell’anca non può essere certamente riassunto in poche pagine. Esso può variare molto in funzione di:
- tipo e gravità della displasia
- età del paziente
- tradizioni terapeutiche proprie di ciascun istituto di cura
- esperienza e preferenze personali del medico
Ci sono tuttavia alcuni principi generali ai quali tutti gli ortopedici pediatri si attengono.
La prima distinzione riguarda la collocazione della testa del femore. E’ ancora contenuta nell’acetabolo (displasia)? Alloggia impropriamente al di fuori dell’acetabolo (lussazione)? E se la testa del femore è lussata è possibile manualmente ricondurla nella sua posizione naturale (lussazione riducibile) oppure no (lussazione irriducibile)?
Quando l’anca è “soltanto” displasica è generalmente richiesta l’applicazione di un tutore ortopedico che mantenendo le anche in posizione divaricata (a rana) consente di centrare la testa del femore nel cotile. Esistono in commercio molti e diversi dispositivi ortesici (cuscini morbidi e semirigidi, bretelle, divaricatori statici e dinamici) ciascuno con i suoi limiti e le proprie indicazioni.
Se in alcuni casi intercambiabili, in molte altre situazioni, la scelta del divaricatore più adeguato al singolo caso ed il suo l’appropriato utilizzo possono essere elementi decisivi nel condizionare il favorevole esito del trattamento. Una particolare sensibilità clinica ed un adeguato livello esperienza superspecialistica in ambito strettamente ortopedico pediatrico costituiscono quindi requisiti imprescindibili per l’ottimizzazione del risultato.
Nel neonato molto piccolo e nelle displasie più lievi è possibile applicare un cuscino divaricatore morbido (Fig. 12)
Fig. 12: cuscino divaricatore morbido
In questi casi Il rapido accrescimento dell’articolazione in età neonatale, sfruttando le straordinarie potenzialità di rimodellamento spontaneo proprie dell’età, è in grado di promuovere in pochi mesi la progressiva normalizzazione dell’anatomia articolare (Fig. 13 A,B,C).
Fig. 13A: severa displasia dell’anca sinistra
Fig. 13B: anca normalizzata dopo 3 mesi di applicazione di cuscino divaricatore
Fig. 13C: completa e stabile normalizzazione radiografica dell’anca displasica dopo 3 anni
Quando la diagnosi non è fatta nelle prime settimane di vita o la severità della malformazione impongono un tempo protratto di trattamento, il cuscino divaricatore morbido deve essere sostituito da un dispositivo rigido, sia esso statico o dinamico, in grado di garantire l’adeguata centrazione della testa del femore per tutto il tempo necessario ad ottenere la normalizzazione della morfologia articolare (Fig. 14A,B,C,D).
Fig. 14A,B: severa displasia anca sin. che migliora in modo significativo dopo 2 mesi di cuscino divaricatore
Fig. 14C: al compimento del 3° mese si rende necessaria l’applicazione di un divaricatore rigido di Milgram per ulteriori 3 mesi
Fig 14D: lo stesso bambino all’età di 3 anni. L’anca sinistra displasica appare completamente e stabilmente normalizzata.